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TUTTI I LOTTI SONO RIPRODOTTI NEL SITO

WWW.GONNELLI.IT

GONNELLI

CASA D’ASTE

463.

Raccolta di circa 110 lettere di cantanti lirici italiani e stra-

nieri. Tutte indirizzate al Teatro alla Scala.

Datate anni

’40 del XX secolo.

Le lettere sono autografe o dattiloscritte con firme au-

tografe. Dimensioni varie. (140)

Carte relative alle rappresentazioni alla Scala negli anni ’40

e indirizzate a direttori d’orchestra o al Sovrintendente del

Teatro. Tra i nomi: Margherita Carosio, Toti Dal Monte,

Maria Caniglia, Mariano Stabile, Tito Gobbi, Aureliano

Pertile, Rosetta Pampanini, Giulietta Simionato (varie let-

tere) Fedora Barbieri, Nicola Rossi Lemeni, Gino Bechi,

Elvira Casazza, Boris Christoff, Mafalda Favero, Carla

Gavazzi, Inge Borkh, Italo Tajo, Enzo Guagni, Nedda Casei,

Disma De Cecco, Eugene Conley, Giovanna Di Sanza, Anna

Mazzoleni, Geraldo Coda, Aristide Baracchi, Francesco

Albanese, Hilde Guden, Paolo Silveri, Pina Agostini Bitelli,

Pia Tassinari, Angelo Loforese, Suzanne Danco, Ginevra

Vivante, Herva Nelli, Renata Villani, Librisé Pasero (moglie

di Tancredi Pasero), Alba Dora Fabbri, Fernanda Ciani,

Maria Fiorenza, Gilda Alfano, Ernesto Fumagalli, Saturno

Meletti, Enzo Mascherini, Bruna Dragoni, Sandor Sved,

Renato Gigli, Maria Carbone Rossini, Lina Aimaro Bertasi,

Gina Bernelli, Corrado Zambelli, Giuseppe Taddei, Galliano

Masini, Cloe Elmo, Iris Adami Corradetti, Augusto Ferrauto,

Giuseppina Cobelli, Luigi Fort, Mitì Truccato, Elisabetta

Barbato ecc. Maria Caniglia scrive a Mataloni e pensa non

sia giusto accettare di cantare in tutte le opere offertale e

gli indica le prescelte: Poliuto, Tannhäuser, Traviata, Aida,

Ballo in Maschera e Manon Lescaut. “Mi metto subito allo

studio e ho già qui con me il Maestro Armani […]”. (29

agosto 1940). In calce alla lettera, 6 righe di Pino Donati,

marito di Maria Caniglia e nipote di Jenner Mataloni: “Caro

zio Jenner, mi pare che Maria sia nel giusto equilibrio. Io

sono del parere che un artista, per quanto gradito sia, non

debba invadere né i teatri, né il pubblico […]”. Varie lettere

sono della Simionato. Tra queste una scritta a Carlo Gatti,

dove lo informa che dal Sindacato ha avuto la richiesta per

la parte di Canzade nella Donna Serpente. “La parte non la

conosco ma mi fido di voi”. Accetta le condizioni e chiede

nel contempo il favore di poter studiare la parte a Trieste,

dove sarà per una scrittura. (27 giugno 1942). Mentre al se-

gretario Luigi Oldani scrive: “Caro Oldani, Ieri sono stata

indisposta. A letto – sola – […] ho avuto modo di riflette-

re-meditare sulla situazione in cui voi mi vorreste mettere.

Ne ho dedotto che non mi sento la forza di ritornare indie-

tro di 10 anni nella mia carriera. Ho penato troppo. Vi sono

un’infinità di cose le quali mi mettono nell’impossibilità

di accontentarvi per la Butterfly […] (1944?). Tito Gobbi

ad Antonio Ghiringhelli: “È suo vivo desiderio cantare alla

Scala […] poiché mi fu impossibile fare l’audizione nel giu-

gno scorso, a causa del mio richiamo alle armi, oso chiedere

[…] di farmi sapere se fosse possibile un’audizione nella

prima quindicina di settembre […]”. (26 agosto 1945). La

Gavazzi scrive al Maestro Labroca di aver ricevuto in ritar-

do l’invito per presentarsi all’audizione alla Scala. “Spero

di essere più fortunata al ritorno del Maestro Toscanini

dall’America. Indipendentemente, però, dall’audizione di

Toscanini, desidererei vivamente che Lei mi potesse senti-

re in uno dei Teatri dove lavorerò prossimamente […]”. 15

agosto 1946). Gino Bechi a Ghiringhelli scrive che “La no-

tizia che io ‘non voglia andare in America’ è assolutamente

falsa. Di vero c’è solamente che io voglio andarci a modo

mio e le ragioni che mi possono impedire di andarci sono

solo due […]”. Se non andrà in America dedicherà il tem-

po al riposo, allo studio di ‘Don Giovanni’ che dovrà fare a

Barcellona e ad un film. “Per l’inverno invece, come siamo

già d’accordo fino al 12 gennaio, se posso starò lietamen-

te finché mi vorrete” (19 aprile 1948). Fedora Barbieri al

Maestro Mario Labroca ricorda che domenica 10 terminerà

la stagione lirica con l’Aida (cantanti Vinay, Caniglia, Neri,

Damiani e Barbieri). È lieta che l’opera di inaugurazione

della stagione scaligera sia il Trovatore, opera nella quale

l’artista ha raccolto i più grandi successi in America. (8 ot-

tobre 1948). Di altro spirito è la lettera di Stabile: è scritta

su carta intestata ‘Organizzazione Nazionale Artisti Lirici’

ed è inviata a Ghiringhelli. “La presente per significarLe

a nome della Organizzazione Nazionale Artisti Lirici, che

ho l’onore di presiedere, tutto il nostro sdegno per la ma-

niera inqualificabile da Lei usata nei riguardi della nostra

Organizzazione in occasione dello spettacolo di Andrea

Chenier allestito dall’Ente della Scala per commemorare

il suo grande Autore scomparso […] essersi dimenticato

od ancor peggio il non aver voluto scientemente invitare

la nostra Organizzazione a tale cerimonia, è da parte sua

colpa gravissima […]. Renderemo la nostra protesta di pub-

blica ragione informando in pari tempo S.E. Andreotti, la

Direzione Generale del Teatro e la Federazione Italiana

dello Spettacolo, nonché il Presidente dell›Ente della Scala

[…]” (9 marzo 1949).

€ 380