Description
Dattiloscritto a inchiostro nero e blu con note e numerose correzioni autografe, inviato a Baldini Rualis che evidentemente non lo fece pubblicare.
81 pagine numerate su carta da minuta, con intestazione autografa Gian del Po (pseudonimo giovanile di Gianni Brera) Bomba Giovanni Romanzo. In calce, nota autografa : Gian del Po - presso Brera - via Catalani 43 Milano. Fogli sciolti, raggruppati in 14 capitoli graffettati, avvolti in una vecchia carta bianca con la scritta autografa Romanzo di Gianni Brera.
SI AGGIUNGONO :
2 lettere di Gianni Brera e 1 lettera di Antonio Baldini Rualis. Datate 1945. (4)
I DOCUMENTO : Il romanzo è ambientato in Wisconsin, nel periodo della grande migrazione verso l'ovest. La trama è western, ma nell'ambito dell'emigrazione italiana, con alcune situazioni che anticipano in modo sorprendente un notissimo film americano del 1990. Protagonista è un emigrato italiano della bassa pavese (la terra di Brera), Giovanni (Joe) Brambilla, detto Bomba, che si ritrova con altri coloni in una sparatoria tra indiani locali e truppe yankees. Rimasto quasi illeso ma solo, riesce a soccorrere e salvare un vecchio capo indiano gravemente ferito, che lo introduce nella tribù, dove Joe si accasa fino a diventare membro della comunità, sposando una ragazza nativa, da cui avrà una figlia. Recatosi nella vicina Green Lake City per fare acquisti, perde drammaticamente famiglia e amici della tribù in un attacco yankee. Distrutto dal dolore, si consola con il whisky e comincia una nuova vita in città. Alterne vicende lo portano ad adottare un'altra figlia, di origine ispanica, e ad incontrare alcuni emigranti italiani. Non raccontiamo il finale, ricordando solo che il protagonista e i nuovi amici emigranti hanno un gran desiderio di tornare in Italia. Dice Giovanni (Joe) Brambilla nelle ultime pagine : chi crede nemica la propria terra, non può trovare di meglio altrove, l'ho capito troppo tardi. Gianni Brera riprenderà i personaggi del padano Brambilla e della ragazza indiana nel romanzo Brambilla e la squaw pubblicato postumo nel 2012. Nella nuova narrazione il protagonista cambierà nome da Giovanni a Carlo, medico mazziniano emigrato nel Missouri (anziché Wiscounsin), che vivrà felicemente in una tribù indiana ed avrà una storia d'amore con una bella nativa. II DOCUMENTO : Lettera di Brera inviata al Carissimo Vecio (Antonio Baldini Rualis) datata 5 agosto 1945. Dattiloscritto a inchiostro nero, con note e firma autografe. Accorata missiva di argomento politico e familiare che racconta del periodo partigiano e dell'arrivo in Gazzetta : Carissimo Vecio, [...] So che stai bene, che hai buoni propositi di lavoro [...] comunque, grandi spaghi a Pavia, con gente che mi voleva far la pelle ogni giorno : ceffi di galera in portineria al giornale : fascisti estremisti che friggevano [...] Scappai in giugno : Svizzera : poi in settembre il P.C. mi mandò in Italia (Ossola) a far il partigiano. Fui aiutante maggiore di una brigata garibaldina, che dopo la rioccupazione condussi in montagna [...] io scesi a Milano, a veder mio figlio. Ed era morto due giorni prima! Poi morì mio padre, e la famiglia si sfasciò definitivamente [...] Bruno Roghi, della Gazzetta, mi ha offerto un posto : incomincerei a settembre : sono anzi già assunto : vivrei : e avrei tempo di non perder...tempo a fare il giornalista. Ti confesso (e sia detto tra noi) che dopo le esperienze pavesi non ho affatto voglia di interessarmi ancora alla politica. Al diavolo tutti. Questo è un paese dannato [...] sarò buon comunista in tutto quello che scriverò, se saprò scrivere. Ma in un giornale a dir corbellerie, mai più [...] Voglio vivere cinque anni bene e non più perdendo tempo per il panino. Ricomincerò dai racconti che tu mi facevi scrivere, con qualche callo in più sull'indice, ma con lo stesso spirito. Che ne dici? Meglio del giornalismo, per questi tempi, va l'editoria e tu saresti l'uomo tecnico adatto a far fiorire qualsiasi impresa del genere [...] Ti abbraccio Gianni. Nell'altra lettera ad Antonio Baldini Rualis, datata 18 settembre 1945 si legge un amaro sfogo scritto da Brera nei difficili anni del primo dopoguerra : Caro Vecio, [...] Io ti voglio bene ad onta di quanto possano pensare [...] Perché non sai fare del male come non so farlo io. Bisogna uscire da una parentesi nera due volte, che ci ha rovinato nervi e i stroncato un po' di tutto. Bisogna aggrapparsi a quello che ci rimane e chinare il capo ad ariete : Poi si tornerà a respirare : quando si potrà lavorare bene [...] Io, come vedi, sono diventato gazzettiano, un lavoro così così. Da impiegato, un tantino, ma me ne fotto. Il panino, oggi. E quando avrò una casa con qualcosa in più d'un tavolo prestatomi da un collega e delle sedie di vimini [...] mi dedicherò a un lavoro privato un po' più serio. Ora campo. Unico lavoro serio fatto : traduzione di Molière : Misantropo, Tartufo, Avaro. E una prefazione di 40 pagine [...] Stop. Romanzettacci inutili poi, per i quattrini. Ma mi sono fermato. Scriverò, se scriverò, sul serio [...] Un caro abbraccio Gianni. Nella lettera di Antonio Baldini Rualis si legge : [...] Perché ho visto in tutta la tua azione, da quella svolta al Popolo a quella di cui mi rendi edotto con la tua del 5 di questo mese, una dirittura, un cuore, una sincerità che purtroppo mancano al 999 per mille degli uomini di oggi. Seguono accenni ai propositi editoriali in veneto, al desiderio di tornare a lavorare insieme, alle condoglianze per le disgrazie familiari subite da Brera.