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www.gonnelli.itGONNELLI
CASA D’ASTE
495.
Giuseppe Diamantini (Fossombrone 1621 - 1705)
Scena mitologica.
Acquaforte. mm 227x168. Foglio: mm 230x170.
Calabi 1936, pp. 25-40. Bellini (TIB XLVII) pp.
385-424. Firmata “EQUES DIAMS In.” in basso lungo
il contorno dell’ovale e all’angolo inferiore sinistro
l’
excudit
dello stampatore Balano “Frans. Balans.
Ex.” Mentre la produzione pittorica del Diamantini è
piuttosto rara, di diversa mole e ben più documentata
è invece la sua opera incisa, rappresentata da un
cospicuo numero di acqueforti (se ne contano una
settantina) la maggior parte delle quali risulta però
tirata in un limitato numero di esemplari per mano di
stampatori spesso rimasti anonimi. Queste acqueforti,
veloci e sintetiche, venivano con tutta probabilità
incise direttamente sulla lastra, senza studi preparatori
e con scarsa attenzione ai particolari, ma mai a
discapito dell’armonia dell’insieme. Calabi (1936)
ipotizza che il Diamantini eseguisse le sue acqueforti
in pochissimo tempo e senza mai apportare modifiche
o correzioni; se per caso il risultato ottenuto non lo
soddisfaceva, ne stampava solo pochi esemplari. Fatto
che spiegherebbe in modo convincente la rarità di
certe sue opere.
Ottima prova stampata con il tipico segno leggero su carta
vergata coeva priva di filigrana. Margini di 1-2 mm oltre
l’impronta del rame. Per il resto ottima conservazione.
€ 400
496.
Paulus Du Pont (detto Pontius Paul) (Anversa
1603 - 1658)
Crocefissione.
1631.
Bulino. mm 595x385. Foglio: mm 601x388. Dutuit,
VI, 89, Hollstein, 11. In basso si legge “Petrus Paulus
Rubenius pinxit, Paulus Pontius sculpsit, 1631”. Si
dedicò all’incisione sotto la guida di Lucas Vorsterman
fino al 1624, anno in cui questi partì per l’Inghilterra;
lo stesso anno entrò al servizio di Rubens con il quale
collaborò sino al 1631. Tradizionalmente nota come
Cristo conteso a colpi di pugno
in virtù della lotta degli
angeli contro la morte e i demoni che si svolge in cielo
alle spalle del Redentore. Secondo Rooses la stampa
deriverebbe da un dipinto che si trovava nel refettorio
dell’abbazia di Tongerloo, probabilmente distrutto
durante la rivoluzione francese (Bodart, 446).
Ottima impressione su carta vergellata con filigrana “stemma
coronato su numero 4 e lettere NG”. Sottili margini oltre
l’impronta del rame lateralmente e in basso, in alto tratto
completamente rifilato. Traccia di sporco e di due pieghe
orizzontali centrali. Per il resto ottima conservazione.
€ 350