Table of Contents Table of Contents
Previous Page  57 / 204 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 57 / 204 Next Page
Page Background

55

TUTTI I LOTTI SONO RIPRODOTTI NEL SITO

WWW.GONNELLI.IT

GONNELLI

CASA D’ASTE

M

anoscritti

Le gabelle sui beni immobili nella Firenze

degli anni di Petrarca e Boccaccio

712.

Documento cartaceo fiorentino.

Probabilmente

inizio del XIV secolo (8 maggio s.a.).

Manoscritto cartaceo a inchiostro bruno. 1

carta scritta al recto (verso bianco). Grafia

cancelleresca con moltissime abbreviazioni.

Un lieve strappo al margine superiore non

inficia la fruizione del testo. Dimensioni 310

x 200 mm.

Il pubblico banditore Jacopo, priore di Santa

Trinità a Firenze, fa proclamare – in nome dei

gabellieri fiorentini - ad ‘alta voce et sonum tube’

l’obbligo per i cittadini di dichiarare al giudice

entro tre giorni tutte le proprietà nella città e nel

contado. Il documento sembrerebbe un vero e

proprio censimento delle proprietà dei cittadini

fiorentini avente per scopo l’imposizione di tasse

(gabelle), con tanto di pene pecuniarie in caso di

mancata o falsa dichiarazione. Il testo, a motivo

della grafia e delle tantissime abbreviazioni, non

è di semplice leggibilità. Di seguito si indica un

tentativo di trascrizione: ‘Die octavo mens majo.

Dominus […]inus Jacobi prior Sancte Trinitatis

publicus banitor Comunis Florentie espensit se

ex commissione Domini Capitanei et Defensorum

et Domini Blaxiis eius iudicis et assessoris ad

gabellas et concessiones [?] deputati publice et

palam omnibus audire udientibus cridasse alta

voce et ed sonum tube per civitatem Florentie in

locis publicis et consuetis quod siquis occupaverit

vel tenuerit occupata loca [?] ad presens habet

et tenet aliquo modo et ingenio terreno, bonis et

possessionibus et rebus et iure comunis Florentie

tam in civitate quam in comitu illud debeat eidem

Comuni Florentie intra tertiam diem penitus relaxare […]

coram dicto judice debeat comparere ad manifestandum et

dicedum coram eo terrenum bona possessiones […] et qui

I contratti nel Medioevo, i cognomi e i testamenti

713.

Libro di contratti.

Seconda metà del XIV secolo,

Toscana.

Manoscritto a inchiostro bruno. Carte 49. Carta pesante

con filigrana. Gotica corsiva con molte abbreviazioni.

Testo in latino e volgare. Alcuni fogli coevi, ma scritti

da altra mano, applicati e aggiunti alle pagine del libro.

Alcune annotazioni sono cassate (depennate) da mano

coeva. Legatura antica (non coeva) inmezza pergamena.

Ottima conservazione. Dimensioni: 300x225 mm.

Raccolta di contratti di ambito toscano - note di debito,

testamenti e legati - relativi a ‘domus’, ‘ortali’, pergole,

appezzamenti di terreno - ‘petie terre’, ‘petie terre aratori’

‘petie terre cum fognis’ - canneti, animali da lavoro ‘boves”’,

grano ecc. Sono indicati i nomi dei debitori, dei testatori e

dei legatari (es. ‘Schottus filius quondam Lapi’, ‘Jacobj de

Trebbio’, ‘Donna Caterina vidua’, ‘Lauretum Albizi’, ‘Donna

Lina vidua’, ‘Laurentus Bartolini tenet dare […]’, ‘Donna

Nicholosa vidua olim Andrea Petri de Maglio […] Petri de

Maglionepote fuit executore’, ‘DonnaNicholosafiliaquondam

Guardani [Giordano] Manetti’ ecc. ), le quote di proprietà e

i luoghi (es. Prato, Florentia, de Castro Florentino, in loco via

di sotto super flumen Bisenti, loco d.o Gavingnano, loco d.o

Chiella, il loco d.o Laberello, Musignano). Talvolta, in fine di

alcuni testi, si leggono indicazioni di repertori (es. ‘Repertatus

in memoriale segnato B’, ‘Repertatus in libro instrumentum

d.o hospitalis’). Come si può notare, scorrendo questo

manoscritto, non tutti i cittadini elencati avevano un cognome.

Il cognome era in uso all’epoca soprattutto quando c’era una

famiglia particolarmente importante ‘es. Albizi, Manetti ecc.’ o

nobile, e non quando si trattava di un singolo individuo di non

elevato lignaggio e che veniva ‘riconosciuto’ esclusivamente

con il nome del padre (es. Schottus filius quondam Lapi) o

del luogo di provenienza (Jacobj de Trebbio). I testamenti

qui citati, come d’uso all’epoca, prevedevano lasciti ad enti di

carità (hospitales).

€ 500

contrafaceret […] ut supra dictum est […] condamnetur et

punierunt in libras centum quinque […]’.

€ 300

Nella pagina a fianco: un dettaglio del

Lotto 721

.