GONNELLI CASA D'ASTE - Florence (Italie). TABLEAUX, DESSINS, SULPTURES MODERNES

39 TUTTI I LOTTI SONO RIPRODOTTI NEL SITO WWW.GONNELLI.IT GONNELLI CASA D’ASTE CASA D’ASTE circondato da uomini e donne nudi immersi nel sonno. Non soddisfatto del risultato, Sartorio rifece poi a Weimar il celebre dipinto Diana d’Efeso e gli schiavi ultimato nel 1899 e oggi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nella tavola delle donne latine che compiono il rito di lavare la statua di Venere, la figura femminile sulla sinistra con un vaso tra le mani si ritrova in modo quasi palmare, sempre all’estrema sinistra, nel trittico Le vergini savie e le vergini stolte commissionato a Sartorio da conte Primoli nel 1890 e di essa potrebbe costituire l’antecedente. Anche la teoria processionale di vergini recanti ghirlande per la festa di Flora delineata in un’altra tavola del libro rivela qualche similarità con il suddetto trittico che rappresenta la prima decisiva svolta simbolista nell’arte di Sartorio, in parallelo con la formulazione di una nuova concezione spirituale della natura attraverso il cosiddetto “paesaggio stato d’animo”, trasmessa da Nino Costa agli affiliati del gruppo romano In Arte Libertas a cui l’artista aderì a partire dal 1890. Questi due aspetti sono percepibili anche nelle illustrazioni delle Feste romane particolarmente permeate dall’aura sacrale del mondo classico antico, congeniale alla passione antiquaria dell’artista che frequentava i musei ed era appassionato di storia e archeologia greco-romana. In alcune tavole infine si possono scoprire certi accenti decorativi attraverso le pose euritmiche di giovinetti nudi o seminudi dai corpi agili e longilinei in cui pare riaffiorare qualche ricordo di Fortuny e che costituiranno in futuro una tipica cifra sartoriana. Sempre Ugo Fleres definiva a quel tempo l’artista amico come uno “sceglitore sapiente, assimilatore felice, ricco d’un patrimonio d’immagini e di nozioni che lo fanno dipingere piuttosto con aristocratica delizia, anziché con schietta commozione” (U. Fleres, Prima esposizione della città di Roma, in “Archivio Storico dell’Arte”, V-VI, 1890, p. 243). La stessa tecnica a grisaille delle illustrazioni originali a tempera, forse utilizzata perché più adatta per la riproduzione fotomeccanica tramite i cliché monocromatici, prelude a una scelta estetica che Sartorio applicò diversi anni dopo ai grandi pannelli decorativi come il Fregio della Sala del Lazio, realizzato nel 1906 per l’Esposizione Internazionale del Sempione. (32) Alcuni fogli presentano delle fioriture lungo i margini e al loro verso. Fori angolari da affissione sui fogli di minor formato. In generale nucleo in ottimo stato conservativo. € 10000

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