GONNELLI CASA D'ASTE - Florence (Italie). LIVRES et MANUSCRITS AUTOGRAPHES

201 TUTTI I LOTTI SONO RIPRODOTTI NEL SITO WWW.GONNELLI.IT GONNELLI CASA D’ASTE CASA D’ASTE Rarissimo testo seicentesco sulla cioccolata 449. Brancaccio Francesco Maria De potu chocolatis. An chocolates aqua dilutus, prout hodierno usu sorbetur, eccelsiasticum frangat ieiunium. Romae: ex typographia Nicolai Angeli Tinassij, 1672. Si trova alle pp. 163-211 delle Dissertationes del Brancaccio, in-folio piccolo (mm 264x188). Pagine: [6] 358 (assente l’ultima carta di testo, ma il De potu chocolatis è completo). Carte occasionalmente fiorite o ingiallite in modo pallido, qualche lieve alone marginale. Il De potu chocolatis si apre con una tavola calcografica. Vitellino coevo, dorso a nervi con titolo e decorazioni dorate (mancanze alla testa, al piede e lungo le cerniere, abrasioni alle estremità), unghiatura dorata, contropiatti marmorizzati. Rarissima ristampa dell’altrettanto rara prima edizione del De chocolatis potu diatribe uscito nel 1664 (RBH ne registra un unico passaggio nel 1949), saggio con cui il cardinale pugliese Francesco Brancaccio cercò di risolvere la lunga controversia tra gli ordini religiosi in merito al divieto di consumare cioccolata calda durante la Quaresima e le feste comandate. Argomentando finemente la sua esposizione, Brancaccio decise che la cioccolata rompeva il digiuno solo nella sua forma densa, perché diventava più cibo che bevanda, ma non se assunta invece in forma liquida come una tisana (pare che al tempo la preparassero anche così…). Dunque via libera al “brodo indiano”, come la definì Brancaccio (e infatti, nell’incisione in apertura al trattato, si vede Nettuno che, arrivato sulla sua carrozza marina alle colonne d’Ercole, consegna a un locale una preziosa scatola con su scritto “indum nectar”). L’opera si conclude con il metodo di preparazione della bevanda al cioccolato “lecita”. € 220 448. Bracciolini Francesco Dello scherno de gli dei, poema piacevole... In Firenze: appresso i Giunti, 1618. In-4° piccolo (mm 210x142). Pagine: [16], 252 [i.e. 236], [2, assente P8 bianca]. Stemma xilografico del dedicatario al frontespizio, che è in cornice xilografica come anche tutte le pagine di testo, iniziali e finalini xilografici, testo in corsivo. Carte uniformemente ingiallite (un paio brunite), qualche minimo alone marginale, per il resto buona copia in pergamena rigida del Settecento (un po’ imbarcata) con tagli decorati di rosso e d’azzurro. Prima edizione dei primi 14 canti del poema eroicomico di Francesco Bracciolini (gli ultimi 6 canti apparvero soltanto nell’edizione romana del 1626). La maggior parte dei bibliografi (Gamba, Parenti, ecc.) dà come prima edizione la presente stampa giuntina, anche se alcuni bibliografi moderni propendono nel considerare originale l’edizione stampata a Venezia da Paolo Guerigli, forse impressa qualche mese prima. Singolare divertissement letterario volto a parodiare la mitologia e le divinità pagane, ritenute nocive alla vera religione. € 100

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